Christopher Bailey, grazie alla preziosa collaborazione di Gosha Rubchinskiy, è pronto a rilanciare Burberry per il prossimo anno, con il ritorno alla quadrettatura classica.
Non sempre la novità può risultare vincente sul mercato, anzi: molto spesso, infatti, ripescare qualche vecchia idea dal passato può dare la giusta scossa all’intero ambiente, calando così le giuste basi per il futuro. E’ esattamente questo quello che ha fatto Christopher Bailey per la sfilata primavera/estate 2018, con il ritorno alla quadrettatura del lontano 2005, più di dieci anni fa. Una decisione che, a quanto pare, ha fatto eccome breccia nel cuore degli appassionati dello stile Burberry, pronti a tornare alla ribalta insieme all’intero mondo britannico.
Un grazie all’Oriente
Il tutto grazie anche alla Russia e, soprattutto, a San Pietroburgo, la giusta finestra per il mondo occidentale. Nel 2018, infatti, la nazione in questione ospiterà i Mondiali di Calcio e quale occasione più importante e grande di questa per poter proporre nuove idee di mercato, di marketing per tornare ad essere competitivi. Il tutto grazie anche alla preziosissima collaborazione di Gosha Rubchinskiy, l’autrice del ritorno allo stile quadrettato. Un’occasione più unica che rara per lei per rilanciarsi nel mondo della moda, sempre nell’ambito di prodotti di lusso. Pantaloni, camicie e cappelli quadrettati, con un ostile adattato, però, al gusto moderno, quello dei tempi attuali. Il giusto mix tra passato e presente per poter soddisfare le richieste del consumatore finale, pronto ad utilizzare questi capi anche in futuro, in una moda che dovrebbe rimanere costante nel tempo, per quanto ovviamente possibile.
Il commento
Le parole di Christopher Bailey, a proposito di Burberry, non possono che risultare significative: “Questo è il motivo per cui ero così emozionato all’idea di partecipare a questo progetto, perché sapevo benissimo che qualcuno come la Regina, o come mio nonno o anche come me, ex studente di moda, sarebbe andato per saldi alla ricerca di un trench Burberry. Il nostro brand va oltre le differenze sociali, oltre i privilegiati, oltre la classe operaia, oltre culture, subculture, musica, arte, calcio e sport; e io amo profondamente questa diversità. Credo che sia la vera essenza dello spirito British.”