Noemi Montanaro, nasce a Napoli, dove vive e lavora. Esordisce nel 2013 a Milano con la personale “Beauty-Full” curata da Guido Cabib. Da allora partecipa a numerose esposizioni e fiere in Italia ed all’estero realizzando immaginifiche sculture che strizzano l’occhio al mondo della moda, al carattere effimero della seduzione e al rituale dell’inganno e dell’abbellimento operato sul corpo singolo come espressione di drammatica sintesi del più complesso corpo sociale. Tra queste “Le Faux Mirror” (Palazzo Tagliaferro, Andorra 2014), “The Grass Grows” (Basel 2015), “Coupe de Foudre” (Zone Gallery, Lugano 2015) e “SAFARI MOON” (VISIONNAIRE, Milano 2015). Nel 2015, il lavoro di Noemi colpisce l’interesse del noto collezionista ed estimatore d’arte a livello internazionale, Ernesto Esposito che vi riconosce non solo l’originalità tematica unita ad una tecnica manuale accurata, ma l’impiego degli stessi preziosi materiali cari alla moda da cui lo stesso proviene; Sculture realizzate con torsioni baroccheggianti di pelli pregiate, ricami maniacalmente eseguiti a raccontare una decadenza dell’effimero ma anche un suo trionfo, che ha il suo culmine nell’opera Nelida; Una grossa orchidea nera realizzata in pelle (babycalf) nera, con un ricamo centrale al cui vertice è un anello d’oro 18k che abbraccia un diamante realizzato con le ceneri di una defunta. La defunta da cui l’opera prende il nome è Nelida Iaccarino, il cui certificato di trasformazione in diamante insieme ad una foto della stessa giovane e ridente sulla funicolare di Capri completano l’opera. L’opera entra nella collezione di Ernesto Esposito che quello stesso anno, 2015, cura personalmente la mostra di Noemi cui danno il titolo “Nelida”, nella sua, loro, città natale, Napoli presso il Museo Pan (Febbraio 2015).

Il proseguo

Segue alla mostra “Nelida” un ulteriore partecipazione dell’opera di Noemi nella collettiva “Face to Face” (A selection of international emerging artists from the Ernesto Esposito Collection). Attualmente Noemi lavora a nuovi progetti espositivi sul tema della “impermanenza” e della “fragilità estetica”, nonché sul tema di una natura che reagisce con una pulsione di osceno e stucchevole erotismo alla saturazione e costrizione stereotipa del comportamento sociale sacrificato all’apparire forzato, di cui l’occhio violentato, accecato e compulsato diviene il vero organo motore. Le sue opere sono presenti in diverse collezioni, una di queste apparsa nel numero di Settembre 2016 del mensile AD (Architectural Digest) ove sono presentate le più belle case del mondo; testimonianza di come la sua opera sia capace di creare trasversale legame ed osmosi creativa tra i linguaggi di arte, design e moda. Quest’ultima nondimeno, esplorata come leitmotiv di molte sue opere, acquisisce un ruolo dominante nel lancio del suo brand di borse destinato al mercato del lusso “Cecile Zaffiro”, in parallelo all’opera artistica, della quale trasferisce al prodotto moda il valore di unicità ed artisticità che caratterizza la sua stessa opera.