L’idea di Jil Sander è quella di una donna che esplora il suo lato selvaggio

 

La ‘Psychedelia’ – la controcultura degli anni Sessanta – non è la prima cosa che ci verrebbe in mente pensando a Jil Sander, un marchio da sempre legato alla precisione dell’anima.

‘Informed’, d’altra parte, è un aggettivo che sicuramente useresti per il tipo di donna che ama un marchio minimalista, che sceglie abiti che siano più della mente che del corpo.

E Luke e Lucie Meier, i co-direttori creativi che hanno iniettato nuova vita nella casa che Jil ha costruito, hanno usato entrambe le parole per descrivere la loro ultima collezione.

I due sono in missione per portare un po ‘di frisson nell’etichetta pur rimanendo fedeli alle sue radici. Hanno mantenuto la precisione – più evidente nel vestire architettonico, nella splendida sartoria e nell’immacolata camicia – ma hanno aggiunto elementi sottili che si intuiscono inaspettati, se ancora organici: frange di rafia grosso, stampe.

È qui che è scalciata la psichedelia, creando un netto contrasto con la purezza che si associa a Jil Sander. Il concetto – mostrato sullo sfondo dell’Accademia di Brera, la scuola d’arte più famosa di Milano e, secondo Luke Meier, “un luogo dove possono fiorire le future controculture” – sulla carta era eccezionale.

Detto questo, immaginare una donna di Jil Sander intenta ad esplorare il suo lato selvaggio è stata certamente un’idea elettrizzante che merita un’ulteriore sperimentazione. Quello che i Meiers devono fare adesso, forse, è lasciarsi andare solo un po’ di più.