Non ama i colori netti né le definizioni stringenti. Tra il bianco e il nero, Francesco Ragazzi si muove lì, al confine tra due mondi cromatici. E se ogni tanto decide di mischiarli un po’, altre volte ne sceglie semplicemente uno e va avanti con quello.
Sarebbe inutile incasellarlo in una categoria precisa. Direttore artistico di Moncler e fondatore del brand di streetwear Palm Angels, in lui convivono due anime diverse, senza mai fondersi davvero l’una con l’altra.

Francesco Ragazzi, fondatore di Palm Angels
La nascita di Palm Angels
Un’anima è quella che ha come simboli le palme e le sabbie dorate della California, l’altra è quella italiana. Insieme scolpiscono la personalità di Palm Angels, il brand nato nel 2015 da un progetto fotografico dello stesso Ragazzi. In soli tre anni, è diventato uno dei marchi di riferimento dei rapper americani, amatissimo da A$AP Rocky, Playboi Carti, Offset, Travis Scott e Pharrell Williams.
Proprio quest’ultimo ha scritto la prefazione dell’omonimo libro da cui è partita l’idea di Palm Angels: una pubblicazione del 2014 che racchiude le fotografie scattate ad alcuni skater durante un soggiorno a Los Angeles. «Prima di arrivare in California – racconta Ragazzi – avevo una certa idea di L.A. Mi immaginavo le palme, la luce accecante e gli skater che sfrecciano per il lungomare di Venice Beach. E così è stato. Ho iniziato a scattare qualche foto e soltanto tempo dopo mi è venuta l’idea di farne un libro. A Pharrell Williams, con cui avevo già stretto amicizia in Moncler, ho chiesto di scrivere la prefazione. Le sue parole hanno saputo tradurre alla perfezione lo spirito del libro e le mie intenzioni nel realizzarlo. Essendo lui stesso uno skater, sa bene quanto sia una vera e propria religione. C’è qualcosa nel loro modo di affrontare la vita e nel relazionarsi con le persone che mi affascina molto».
Nel 2015 viene lanciata a Parigi la prima collezione Palm Angels: una linea unisex di magliette, felpe, cardigan e zaini animati da palme, foglie di marijuana («a Los Angeles l’odore della marijuana permea le strade») e da alcuni scatti tratti dal libro. Con quella prima collezione Ragazzi dava una forma concreta e tangibile allo scontro tra culture che aveva forgiato il suo immaginario estetico: «A Milano ho frequentato la scuola americana e fin da subito ho dovuto confrontarmi con un mondo diverso dal mio. Da italiano che studia la cultura e la storia di un altro paese, ho iniziato a maturare un senso di straniamento che mi ha portato a sentirmi un outsider ovunque mi trovassi, in Italia come in America. Poi ho capito che questa sensazione poteva essere trasformata in un’opportunità e l’ho tradotta in Palm Angels. Le mie collezioni guardano agli USA e alle sottoculture americane attraverso le lenti di un italiano».
La simbiosi con la musica
Se l’universo degli skater losangelini ha dato il via al progetto, è la musica ad alimentarlo quotidianamente. «Quando devo creare una nuova collezione disegno con l’idea di finire in un video o in un concerto. La musica è una passione ma soprattutto un’ispirazione: per me è molto importante che i miei capi siano indossati da musicisti. Il primo a farlo è stato A$AP Rocky e da lì in poi è stato un crescendo. Le mie tracksuit sono sicuramente il capo più amato dai rapper».
Ad amarle è anche Playboi Carti. Oltre ad aver sfilato per il brand nel gennaio 2018, ha recentemente firmato per Palm Angels la capsule collection “Die Punk”, composta da capi in denim, felpe e track pants. Una collaborazione nata in modo spontaneo dopo che Playboi Carti ha contattato il brand su Instagram. «Con il mondo della musica c’è un’attrazione reciproca ma non è soltanto al rap e all’hip hop che mi rivolgo. A marzo, ad esempio, ho curato i look e la messa in scena del concerto di reunion dei Swedish House Mafia all’Ultra Music Festival di Miami. Da qui è nata l’ispirazione per la mia ultima collezione S/S 2019, che arricchisce di citazioni rave lo stile di Palm Angels».
Ispirata alla scena del clubbing è anche la capsule realizzata per il progetto Genius di Moncler, che ha chiesto a sei creativi internazionali – tra cui Pierpaolo Piccioli, Simone Rocha e Craig Green – di riscrivere l’identità del brand. Caratterizzata da un flair notturno e futuristico, la collezione mischia capi street come i track pants – su cui campeggiano frasi come “I’m so high” e “Make it rain” – alle reinterpretazioni dello storico piumino del brand. Il lusso e lo streetwear si incontrano: ancora una volta, due mondi distanti che Francesco Ragazzi ha saputo far avvicinare.