Il ritorno di un’icona. La borsa 69 di Paco Rabanne torna ad essere oggetto del desiderio, 50 anni dopo la sua nascita
Le nuove generazioni la chiamano semplicemente “chain bag” per via del suo design.
In realtà Paco Rabanne battezza la borsa con l’anno della sua nascita, “69”.
È un fatto che il Design Museum di Londra l’ha selezionata tra le 50 borse che hanno cambiato il mondo.
Lo stilista, grazie alla sua formazione come architetto, progetta ogni accessorio come se fosse un vero oggetto di design: non si limita ai tradizionali materiali, ma al contrario sperimenta e crea nuove strutture che rispecchiano anche il contesto dell’epoca.
Era il 1969, anno del primo allunaggio, quando l’enfant terrible disegna una collezione, quella appunto del ’69, che rispecchia l’estetica tecnologica e futuristica del quel periodo.
La prima borsa “69” di Paco Rabanne è composta da una serie di dischi d’acciaio e anelli di metallo, che insieme formano una struttura d’avanguardia.
È subito un successo: viene indossata da Brigitte Bardot e Françoise Hardy.
Negli anni verrà interpretata con i diversi materiali, dalla plastica alla pelle. La borsa diventa così un oggetto cult negli anni Sessanta (e non solo).
Nel 1999 lo stilista muore e solo nel 2013 Julien Dossena prende in mano le redini della Maison.
La collezione Autunno Inverno 2018 2019 e Primavera Estate 2019 sono un omaggio a questa estetica disco-futuristica, dove le borse e i capi vedono inserti metallici, anelli di catene che congiungono dischi di alluminio, paillettes e pelle.
La catena diventa texture materica, un’affascinante e leggera corazza da sfoggiare come borsa o abito.
Oggi la borsa 69 è un esempio di fashion design, un oggetto cult che vuole essere fonte d’ispirazione per nuovi bag designer.