Virgil Abloh usa i quadri e i graffiti dell’artista per fare un’operazione diversa dalle solite

 

Era solo questione di tempo: come mai Virgil Abloh, lo stilista che ha saputo trasformare lo streetwear in mercato del lusso, non aveva ancora usato l’arte di Jean-Michel Basquiat per le sue creazioni? Sia l’artista che ha portato i graffiti sulla tela, sia lo stilista che ha conquistato la moda con un talento multidisciplinare non potevano non incrociare le loro strade prima o poi. Ecco quindi una capsule collection a sorpresa, chiamata appunto Basquiat.

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Quanti omaggi abbiamo visto a Jean-Michel, o meglio, quante volte brand grandi e piccoli si sono appropriati dei suoi lavori per piazzarli semplicemente sulle T-shirt da vendere in fretta e in gran numero? Basquiat, quanto a uso inflazionato di un artista nella moda, è secondo, anzi terzo soltanto a Warhol e Keith Haring. Ma quest’operazione non è come le altre, non è una semplice appropriazione né un piatto omaggio da shop del museo.

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Abloh è riuscito ad assorbire i temi e il modo di lavorare di Basquiat nei suoi, mixando i suoi stili con quelli dell’artista. I vezzi e le ricorrenze delle tele dell’artista si versano nelle creazioni di Off-White. Come? Le scritte verticali che campeggiano solitamente nei capi di Virgil Abloh qui inglobano quelle dell’artista americano, come se Basquiat stesso avesse creato una capsule collection per conto del brand americano. O ancora, il “vezzo” di mettere tra virgolette delle parole o dei concetti, tipico di Off-White, qui ingloba temi, parole e creazioni dell’artista di origini haitiane. D’altronde proprio Basquiat aveva iniziato a graffitare parole e concetti in giro per New York con il nome d’arte di Samo (acronimo di Same old shit).

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Un’operazione mimetica che è un omaggio creativo, un’appropriazione non delle immagini di Basquiat, ma del suo linguaggio, del suo modo di lavorare e dello stile che lo ha reso inimitabile.