La generazione Z e i nuovi guardaroba virtuali dei top brand. Le infinite possibilità della moda digitale per maison, creativi e consumer nel Metaverso che ci attende.
Benvenuti nel futuro.
Moda e Metaverso. Il nascente marketplace esperienziale del digital fashion o e-fashion porterà la generazione z, e non solo, a vestire il lusso in modalità più accessibili, e perché no, anche più sostenibili. Dove? Nel metaverso, ovvio. Come? Attraverso i propri avatar, scontato. Ma facciamo chiarezza. Teorizzato nel 1992 da Neal Stephenson nel suo romanzo fantascientifico Snow Crash, il metaverso è un ambiente virtuale condiviso in cui l’utente sceglie di essere rappresentato, e quindi di mostrarsi agli altri, incarnandosi in una propria versione 3d, un avatar attraverso cui interagire, creare, comprare e sperimentare esperienze declinabili all’infinito. Ricordate Matrix? Ecco siamo molto vicini: il countdown è fissato a 5 anni. Seguendo anche i calcoli di Zuckerberg, che ha sollevato il polverone con la sua operazione di rebranding di Facebook in Meta, manca davvero poco per completare un processo in realtà avviato da quando, afferma Shaan Puri, inventore di Twitch, si è iniziati a prestare maggiore attenzione alla vita digitale. Maggiore attenzione, maggiori investimenti, maggiori guadagni, scopriamo come il mondo moda entra nel metaverso.
La moda post pandemia. Perché vestire e vestirsi virtuale.
Il necessario controllo delle normali occasioni di socializzazione a causa del contrasto alla diffusione al Covid-19 ha radicalmente trasformato, non solo nel presente, gran parte delle nostre esperienze di vita aprendo nuovi scenari e opportunità grazie all’innata capacità umana di resilienza. La sfida a queste emergenti trasformazioni è stata raccolta senza esitazioni dalle più importanti maison e top brand della moda attraverso partnership con le più note piattaforme di gaming come Fornite, Roblox, e Animal Crossing per citare alcuni esempi. Balenciaga, Gucci, Valentino, Louis Vuitton, Dolce&Gabbana ma anche Nike, Moncler, Adidas, Burberry, Stella McCartney, Ralph Lauren e andando oltre gli stylist del lusso c’è anche Zara. L’obiettivo è determinare una trasformazione epocale all’interno del linguaggio della moda attraverso la diffusione di un nuovo tipo shopping experience dalle possibilità illimitate in cui da un lato la creatività dell’artista è totale e tutelata, grazie al sistema degli NFT (i Non-Fungible Token tramite blockchain fungono da “certificato di autenticità e proprietà digitale”) e dall’altro il consumer può esprimersi liberamente scegliendo e personalizzando il proprio stile attraverso infinite skin, le “vesti grafiche” o meglio gli outfit degli avatar, acquistando abiti e accessori nelle beautique del metaverso. Entro il 2030 gli introiti dei brand del fashion di lusso ricavati da questo universo virtuale potrebbero arrivare a 50 miliardi di dollari, e questi però sono del tutto reali e tangibili. Con buona pace degli scettici.