Prove tecniche di un futuro esistente in cui l’alta moda si proietta da protagonista
“Che vuol dire reale? Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello”. Immaginato dagli autori del celeberrimo film Matrix, che recentemente è tornato nelle sale per il suo ultimo capitolo, il Metaverso è divenuto un immenso territorio digitale, dentro al quale tutti vorrebbero emigrare dai consumatori ai produttori passando ovviamente per i creativi. I colossi del lusso hanno già pronte le valigie e in molti stanno già contribuendo ad arricchire questo nuovo mondo digitale, arricchendosi a loro volta. Quella del Metaverso è una vera rivoluzione, come quelle che non se ne vedevano da tempo, che avrà grandi ripercussioni su economia e società. Ma questa nuova dimensione di realtà, virtualizzata, effettivamente esiste o non esiste? Un dubbio amletico attraversa la mente dei contemporanei. Entrare in questo strano universo partorito da internet e dalle nuove tecnologie digitali richiede una certa elasticità e parecchia fiducia, certo non tutti i Boomers avranno la voglia e la necessità di confrontarsi con questo nuovo mondo e magari in pochi saranno anche gli interessati della generazione X ma senza dubbio le generazioni Y, Z e la recentissima generazione Alpha, avranno modo di confrontarsi sempre più rapidamente con i nuovi linguaggi e le trasformazioni che il Metaverso si appresta a portare nelle dinamiche sociali e economiche. Gli esperti di cibernetica ci tengono a definire le potenzialità di questa nuova realtà cercando di rassicurare anche i più scettici: “ non è un mondo sconclusionato e senza codici ma una grande amplificazione del reale capace di stabilire nuove sinergie”. Nuove sinergie che non si fanno attendere certo all’interno del mondo dell’alta moda dove abiti, accessori e sfilate entrano nel Metaverso seguendo la precisa volontà delle grandi maison di vincere le sfide di questo nuovo, e potenzialmente infinito, red carpet. Esempio di questa strategia è l’ultima collezione di Dolce&Gabbana, dove è proprio lo stile fantasy nato nel metaverso ad ispirare i due designer. Domenico Dolce e Stafano Gabbana hanno partecipato dal 24 al 27 marzo alla prima Metaverse Fashion Week, tenutasi su Decentraland, piattaforma leader degli NFT di lusso, presentando una collezione di 20 look digitali disponibili in esclusiva per i possessori della DGFamily Box, un’esclusiva community di NFT, creata ad hoc. Le passerelle tradizionali vanno ormai strette a chi ha vissuto tutte le esperienze possibili. Cambia radicalmente anche lo shopping, con abiti ed accessori fatti non di stoffa ma di bit da acquistare in negozi tridimensionali e sfoggiare in una nuova concezione di realtà. Prove tecniche di un futuro esistente, tra second skin, digital twin, realtà aumentata, designer digitali e persino lotti immobiliari dove installare le proprie sedi. Ma attenzione, come forse sarà già chiaro, non si tratta di un passatempo per ragazzini ma di un affare decisamente promettente e redditizio! Al momento infatti le meta collezioni valgono già 40 miliardi di dollari, a questo si aggiunge l’enorme successo degli NFT, opere intangibili vendute in rete a prezzi siderali. Come la capsule Genesi by D&G, prima collezione NFT di lusso, in collaborazione con UNXD, 9 pezzi che hanno fruttato all’asta 9.6 milioni di dollari. Tutto è inafferrabile e forse per questo più prezioso. Due gli orologi NFT, creati da Hublot, 1000 le sneakers Kobra di Giuseppe Zanotti, disponibili in forma esclusivamente digitale, 15 gli NFT sviluppati dalla maison francese Givenchy in collaborazione con il graphic artist Chito. E questo è solo l’inizio. Segui l’evoluzione del Metaverso su Michele Franzese Moda.