Nei Jardin de Tuileries all’ombra di Billie Jean

Che cosa succede se l’immagine del Re del Pop, Michael Jackson, dialoga con il Monogram, motivo iconico di Louis Vuitton, e con tutti quei simboli di Parigi? Nasce una nuova (e libera) interpretazione di idee sulla moda e di come il guardaroba di un uomo, composto da pezzi familiari, può diventare davvero straordinario.

Un guardaroba di pezzi comuni a tutti, ma al tempo stesso speciali. E’ il vocabolario di stile dell’uomo moderno secondo Virgil Abloh,  al suo secondo show come direttore artistico della linea uomo di Louis Vuitton. All’interno di uno speciale allestimento nei Jardin de Tuileries, Abloh invita i suoi ospiti a riflettere sulla figura di Michael Jackson: l’invito alla sfilata è una riproduzione del noto guanto bianco ricoperto di paillettes indossato da Re del Pop, quello con cui si esibì in Billie Jean nel 1983, per intendersi.

Il set eleva la sfilata ad una performance di Broadway: siamo a New York, la passerella ricorda le strade della Grande Mela, con installazioni (anche live) dei graffiti artists Jim Joe, Levy Btm, Futura.

La musica è suonata dal vivo da Devonte Hynes noto come Blood Orange, con Mikey Feedom alla voce, Hart al basso, Jason Arce al sassofono. Tutto ricorda Billie Jean.

Così Abloh invita a riflettere sulla figura di Michael Jackson, ragazzo, uomo, artista, performer, icona internazionale. Invita ad immaginare un ragazzo nato negli anni ’50, cresciuto nell’Indiana, a 15 anni diventato il simbolo di unità universalmente più riconosciuto nel pianeta.

La sua arte è esistita ad un livello raggiungibile da tutti, disegnata su elementi familiari a chiunque. Il suo unico privilegio iniziale fu il suo talento: una sovrumana abilità di elevare la vita di ogni giorno dando un nuovo significato ad ogni suo elemento.

Attraverso il suo ingegnoso punto di vista, un guardaroba ordinario composto da pezzi familiari è diventato completamente straordinario: ogni giacca, guanto, calzino e cappello, un pezzo speciale.

Ecco in passerella i tocchi scintillanti e luccicanti sui capi, che tanto ricordano quelli indossati del Re del Pop. Senza scordare i guanti: già proposti da Abloh nella linea dell’estate 2019 (in colori accesi) ora sono un tributo a Jackson, ma anche il dettaglio di stile in più per l’uomo moderno.

Ci sono anche dettagli ispirati dalla montagna, scelta non solo perché qui logicamente si indossano le collezioni invernali, ma poiché metafora universale di sogni e ambizioni secondo Abloh. Ecco qui l’uso del pattern con i check.

Non solo, Abloh celebra anche Parigi, la casa di Louis Vuitton, e inserisce in collezione motivi storici legati ai simboli della capitale francese. Ma ecco anche il pigiama, capo da casa, ora esaltato per la sua comodità. Senza scordare il concetto di inclusività, rappresentato dalle bandiere del mondo, tutte unite in un collage sullo stesso capo (camicia, foulard e trench).

Tutta la palette cromatica ruota attorno al nero, grigio, talpa e cammello, insieme al viola e all’immancabile argento. Ad applaudure Virgil Abloh amici e celebrità, tra cui anche Naomi Campbell, Natalia Vodianova, i cantanti J Balvin e Frank Ocean, i rapper Offset, Kidi Cudi, gli attori Joel Edgerton e Timothee Chalamet.

E a Milano invece è stato il giorno di lancio del nuovo concept nel pop-up store di Louis Vuitton alla Rinascente in piazza Duomo, con la collezione uomo primavera-estate 2019. Tutto ruota attorno ai colori, l’arcobaleno rende omaggio al film Il Mago di Oz. Sulle pareti anche il nuovo Monogram Rainbow e una stampa ispirata al mondo di Dorothy.