Arte e lusso, i nuovi infiniti orizzonti di un legame indissolubile
Artification
Un’opera d’arte è tale perché riesce ad andare oltre quella che potrebbe essere un’ordinaria funzione utilitaristica. Sin dalle prime organizzazioni tribali di esseri umani determinate creazioni artificiali ottenute dalla lavorazione dei primi artigiani/artisti o dalla mente dei primi poeti rappresentavano, per i pochissimi che ne potevano beneficiare, delle vere e proprie legittimazione di status sociale, di elevazione personale o famigliare. Il territorio dell’arte, materiale e non, è quindi fin dai tempi remoti lo stesso territorio del lusso ovvero quel non-luogo in cui concetti universali come rarità, elitarismo, sogni, desideri e aspirazioni trovano piena espressione nel valore aggiungo della Bellezza che è fuori dai normali valori dello scambio economico utilitarista. Ad oggi il mercato del lusso non segmenta più solo sulla capacità di denaro di cui si dispone ma anche sopratutto sulla cultura, ovvero sulla capacità e sensibilità di apprezzare il valore aggiunto di un’opera d’arte nei diversi linguaggi creativi in cui può essere declinata e l’alta moda è da sempre uno di questi. Sono ormai alcuni decenni che i luxury brands più importanti hanno percepito la necessità di trovare uno strumento che permettesse da un lato di continuare a rimanere appetibili alle fasce ricche della società dall’altro di estendere anche la propria customer base comunicando cultura e sensibilità e la contaminazione progettuale e linguistica con il mondo dell’arte è il risultato di questa strategia vincente. I grandi brand sono così sempre più orientati a ricercare una legittimazione culturale, estetica e morale che potesse giustificare l’alto costo dei propri prodotti comunicando l’immenso valore aggiunto dei propri prodotti proprio grazie allo stretto legame con i linguaggi dell’arte: si chiama artificazione e in questo processo rientrano operazioni di co-branding, collaborazioni con artisti, patrocini, sponsorship di mostre, musei e fondazioni, campagne pubblicitarie sempre più legate ad arti visuali e a performing arts o cortometraggi d’autore, ma anche contaminazioni con design e architettura luxury attraverso la creazione di meravigliose boutique diventate dei veri e propri spazi creativi e non solo di vendita. Un chiaro esempio è la maxi boutique di Michele Franzese di 1100 metri quadrati, nel cuore più lussuoso di Napoli, con 11 vetrine che è il frutto di una ristrutturazione conservativa, realizzata dallo studio di architettura Baciocchi Associati, delle sale dello storico Palazzo Calabritto, celebre per il restauro del 1756 di Luigi Vanvitelli, con affreschi d’epoca firmati dal pittore Antonio Dominici. Nel mondo dell’alta moda e del fashion di lusso gli stilisti stanno valutando sempre più collaborazioni con grandi artisti internazionali ed è giunto il momento anche per Michele Franzese Moda di espandere il proprio portafoglio dal design e dal cuore di astri nascenti internazionali. aprendo, letteralmente, le porte della propria boutique agli artisti di tutto il mondo trasformandola in uno spazio dove i creativi del panorama internazionale possono esprimersi. Oggi è il giorno di Dominc J. Lopez, talentoso artista emergente contemporaneo di Los Angeles, noto per il suo stile neo-espressionista, che espone le sue opere a L.A. e nelle gallerie di tutto il mondo. L’arte a casa Michele Franzese Moda.
Dominic
L’arte del giovane e talentuoso Dominic J. Lopez, classe 1984, è “senza costrizioni” a cominciare dalle fasi iniziali del suo processo ideativo e creativo fino a culminare nel messaggio riflessivo contenuto nelle sue opere. Dominic infatti ha un rapporto quotidiano con il dipingere che esprime nella pratica stessa dei suoi gesti artistici lo stretto rapporto che c’è tra libertà ed espressività. Ama dipingere il più “svestito” possibile e all’aria aperta per mantenere inalterata quella genialità creativa tipica dei bambini che ancora non sono imbrigliati in quei sistemi comportamentali e normativi degli adulti che purtroppo troppo spesso costringono a sopprimere le proprie esigenza creative ed espressive. Nella sua creatività si evince un invito ad abbandonarsi al flusso dell’autocoscienza per permettere alla propria mente di evolversi di continuo attraverso un sincero rapporto con il momento presente. Questa catarsi quotidiana assimilata anche dalla pratica meditativa dello yoga di cui Dominic è praticante regolare gli permette di rimanere “sano”, focalizzato e connesso al momento presente, alla sperimentazione di quell’esistere umano che si nasconde dietro quelle domande a cui non c’è, e non deve esserci necessariamente come lui stesso afferma, risposta. Questo perché la forza dell’atteggiamento introspettivo è proprio il domandarsi, più che il rispondersi. La sua arte metalinguistica invita, letteralmente attraverso i personali riferimenti testuali poetici dell’artista, a fermarsi e a riflettere, a radicarsi nel momentum, nel kairos, per combattere la sovrastimolazione esterna che allontana dalla propria coscienza individuale. La sua è una riflessione sulle idiosincrasie dell’effimera società contemporanea, un pensare nutrito e alimentato dal pragmatico background di studi ed esperienza nel mondo della finanza che completa ed amplia il profilo personale di Dominic. La sua carriera di successo è appena cominciata e la collaborazione con il mondo del fashion e del luxury di Michele Franzese Moda è un traguardo che porterà a soluzioni sicuramente interessanti, non possiamo fare altro che seguire gli sviluppi di Dominic e MFM. L’arte a casa Michele Franzese Moda!