Nella piccola città di Otawara a nord di Tokyo, il gigante giapponese Shiseido ha costruito la sua prima fabbrica domestica in 36 anni, sperando di capitalizzare un boom per i cosmetici “Made in Japan”. Nonostante i costi di manodopera più elevati, Shiseido non è l’unica azienda a riportare la produzione nella patria di origine. L’industria cosmetica giapponese deve affrontare una forte concorrenza non solo da parte di attori affermati come L’Oreal ed Estee Lauder, ma anche dalla mania “K-beauty” proveniente dalla Corea del Sud. Il Giappone ha comunque esportazioni quasi quadruplicate dal 2013 a 546 miliardi di yen ($ 5 miliardi), secondo i dati del ministero delle finanze, quasi due terzi di quelli diretti in Cina e Hong Kong. L’industria domestica sta anche beneficiando di un’esplosione del turismo in entrata negli ultimi anni, in vista delle Olimpiadi di Tokyo del 2020 – in particolare un allentamento dei requisiti per i visti per i turisti cinesi. Oltre al nuovo stabilimento di Otawara, Shiseido prevede di aprirne altre due in Giappone prima del 2022 – per un investimento totale di 120 miliardi di yen – con il ritmo di espansione più rapido nei 150 anni di storia dell’azienda.