L’attore australiano ha conquistato la scena ai Brit Awards, anche grazie all’eccellente sartorialità di Tom Ford
Il Brit Awards è un vero spettacolo di varietà: il tipo di melting pot in cui gli A-lister in buona fede vanno a braccetto con gli zombi dei primi anni Novanta. E questa è una buona cosa.
Dopo tutto, chi potrebbe non gradire un grande show democratico e amichevole in cui tutti ricevano un invito e tutti possono vedere i discutibili articoli pirotecnici e Sam Smith ballare con Winnie Harlow senza una ragione apparente? Buono, pulito, divertente.
Ma alla cerimonia di quest’anno, la vera sorpresa è stata un talento off-shore: un australiano che si è fatto le ossa con gli artigli angosciati di Wolverine e ha affinato i polmoni nel film meno cool del 2017: Hugh Jackman.
Lo smoking da scialle O’Connor dello stilista è stato l’armatura perfetta per un tale spettacolo. C’era lo splendore, lo sfarzo e il volume che ci aspettavamo dal Sommo Sacerdote del Peacocking.
E l’effetto Ford non è finito sul palco, neanche. Prima di dirigere una processione di ballerini terrificanti sovraeccitati, Jackman ha anche rotto il tappeto rosso, ricordandoci che per tutta la spettacolarità di un tux accecante, lo stilista statunitense fa altrettanto bene il classico nero.
E così, nonostante gli organizzatori di eventi che sono alle prese con un viaggio in Aayahuasca, era chiaro che i Brit Awards avevano il loro eroe. Il suo nome era Hugh Jackman. O forse Tom Ford.