È tempo della fashion week più creativa e spettacolare dell’anno, è tempo delle sfilate della Haute Couture 22 di Parigi.

Lo Stile

Torna a pieno ritmo, dopo lo stop e il contenimento pandemico delle ultime stagioni, l’Haute Couture di Parigi 2022. La fashion week dell’Alta, altissima, Moda parigina ha presentato le collezioni Autunno\Inverno delle più grandi maison. La Fédération de la Haute Couture et de la Mode ha potuto trovare la complicità di una Parigi incantevole e da sogno, come sempre, ma anche luminosissima in questo soleggiato luglio. Come ormai da consuetudine per tutti i grandi eventi di moda lo streaming delle sfilate ha reso possibile estendere la partecipazione alle stesse in diretta anche a chi non era fisicamente presente. Ma vediamo un pò un resoconto scelto da noi di Michele Franzese Moda su questo importantissimo appuntamento. Il via ufficiale alla programmazione lo ha dato Elsa Schiaparelli con un’eleganza onirica e surrealista tipica della maison fin dai suoi esordi. Il direttore creativo Daniel Roseberry ha presentato una collezione autunno\inverno dominata dalla coppia cromatica nero per gli abiti e oro per i maestosi gioielli con abiti sagomati e snelliti, cappelli a tesa larga ed elementi naturali e floreali ricostruiti ad arte per celebrare il perturbante corpo femminile perché come affermato dallo stesso direttore creativo: «Cosa c’è di male nel voler fare cose belle? La meraviglia non è l’unica componente importante della vita, ovviamente, ma è una delle sue componenti. E tra le più vitali». È toccato poi a fantastico fashion show di Iris Van Herpen che ha celebrato i 15 anni della maison attraverso una collezione ispirata direttamente alla mitologia greca. Le sue creazioni, in totale 16 look, hanno sfilato mescolando tessuti intrecciati con strutture 3D decorate da piume e veli in un meta morfismo animale, vegetale e celeste davvero spettacolare ma attento anche alla sostenibilità come dimostrato dal corpetto in tessuto biodegradabile da foglie di banana. La collezione di Dior presentata dalla direttrice creativa Maria Grazia Chiuri è stata ispirata da un’opera dell’artista ucraina Olesia Trofymenko: l’albero della vita, simbolo globale e archetipo che unisce diverse culture e religioni. Una collezione pensate dalle donne e fatta per le donne. La Chiuri ha scelto la Trofymenko per disegnare il set del fashion show con arazzi a grandezza naturale con inserti floreali ricamati a mano. La direttrice osserva e decodifica la moda attraverso l’arte: “Si tratta di plasmare materiali e forme nello spazio di riflessione che l’atelier rappresenta, permeabile alla realtà sociale in cui viviamo; si tratta di ricordare cosa significa essere umani oggi…I gesti tramandati, appresi e sempre perfettibili, si ripetono. L’albero della vita è una chiamata, un monito, a far trasparire tradizioni e gesti, permettendoci di ritrovare un equilibrio, anche se solo momentaneamente”. La sfilata ideata da Demna Gvasalia per Balenciaga era attesissima e non ha deluso le aspettative. La sfilata si è aperta con un sottofondo sonoro in cui il designer ha dato voce a una poesia d’amore per il marito: «Perché per me je t’aime è la parola più bella della lingua. Ho capito che la couture, quello che faccio, è l’unica cosa che amo fare e che voglio fare. E in qualche modo questa è stata una lettera d’amore alla persona che amo di più nella mia vita, e al lavoro, all’arte che faccio. Tutti e due». Con il volto coperto da maschere facciali tra lo spaziale e l’high-tech hanno sfilato dei veri e propri “umanoidi haute couture” fin a quando nella seconda parte della sfilata cominciano ad apparire i volti delle modelle, e che volti: Nicole Kidman, Naomi Campbell, Due Lipa, Kim Kardashian. La sfilata si è conclusa con un mega abito da sposa realizzato con ben 250 metri di tulle impiegando 7.500 ore di lavorazione, decorato con 70.000 cristalli, 80.000 foglie d’argento e 200.000 paillettes. Kim Jones per Fendi organizza uno show in cui tutto è focalizzato sui capi della sua collezione. Su una scena luminosa e dominata dal bianco assoluto sfilano le creazioni d’alta moda il cui lavoro sartoriale è ispirato direttamente alla tecnica giapponese del Kata Yuzen. Una tecnica di fabbricazione antica e unica al mondo il cui metodo di stampa e pittura a mano permette di sovrapporre pannelli di seta assemblati asimmetricamente. Un fuori calendario Haute Couture 22 d’eccezione è stata la sfilata di Valentino “The beginning” di Pierpaolo Piccioli , nel cuore della città eterna di Roma, luogo in cui la prima boutique di Valentino Garavani vide la luce alla fine degli anni cinquanta. Il défilé è stato un viaggio nel tempo attraverso cui Piccioli ha ripercorso il rapporto personale e professionale con il suo maestro. Ma l’intento non è una semplice celebrazione nostalgica bensì quello di sviluppare una riflessione visiva su quello che è stato e sull’oggi: “Ogni principio è oblio, speranza, libertà, promessa. Nell’inizio c’è gestazione di futuro, attesa febbrile, incertezza. Una storia personale, la conversazione con Valentino, quello che di lui c’è in me e quanto io ho restituito…” così comincia la lettera di Piccioli intitolata appunto “The beginning”. Maison Valentino di nuovo a Roma con la sua Haute Couture per una sfilata evento. Su una passerella lunga 600m da piazza Mignanelli, storica sede dell’atelier, a piazza di Spagna e Trinità dei Monti in 123 uscite hanno sfilato, con canoni estetici differenti, modelle ma in qualità di persone con la propria identità e storia personale indossando ruches, abiti voluminosi e leggeri, fiocchi, tutti tratti distintivi della maison ma guardati oggi da Piccioli con occhi diversi.

Il Lusso

Protagonisti di questa Haute Couture 22 di Parigi sono stati i gioielli. Le sfilate in calendario sono state numerose e quasi accompagnate da altrettante attenzioni su gioielli tra cui mostre e cene di gala. Importanti focus sulla gioielleria di lusso sono state fatte da Fendi e Chanel, quest’ultima ha realizzato una mostra di cinque giorni nel Grand Palais Éphémère per celebrare il centenario della collezione, unica, di gioielli mai realizzata da Coco Chanel nel 1922. Erano presenti oltre 100 milioni di euro in gioielli tra zaffiri, opali, anelli di diamanti con fasi lunari e spille bizantine: “coprire le donne di una costellazione di stelle”, così affermava Mademoiselle Chanel. Fendi ha presentato l’ultima grande collezione di gioielli tra collane, orecchini e anelli da cocktail e assemblaggi geometrici di pietre, un accompagnamento ideale per gli abiti color caramello o in pelle di daino visti nella collezione haute couture 22. Colpiscono anche le creazioni di gioielleria di Delfina Delettrez come il cono gelato realizzato in argento massiccio impreziosito da diamanti. Diana Picasso, la discendente del celebre pittore spagnolo, ha presentato la sua nuova collezione di gioielli: Mené, un marchio interamente digitale, in cui clienti pagano seguendo l’oscillazione della materia prima dell’oro o dell’argento. In una galleria del Marais Samuel François ha mostrato i suoi anelli di smalto molto cool, su ciondoli a catena in oro, spille, grandi bracciali con fiori di metallo ed orecchini completati da perle con vetro turchese. Nel teatro La Gâité Lyrique invece la famosa maison francese di moda e lusso Hermès ha lanciato la sua nuova collezione di gioielli d’alta gamma. Una fusion tra Barocco e Art Déco con anelli con pavé di diamanti rifiniti con un grande diamante decentrato, grandi collane realizzate con titanio, spinelli neri e zaffiri. “Scompariamo nel sole, siamo scomparsi nella luce” così si è recitato durante la performance di presentazione.