E’ nata e cresciuta a Brooklyn ma quando si trova davanti a una sfida, è abituata a ricordare le sue origini e la lezione di sua madre che da bambina la portava al Gay Pride e di fronte alle difficoltà le ripeteva sempre in spagnolo «Pa’lante!», «Avanti!».
Renée E. Tirado è la nuova Global Head of Diversity Equity and Inclusion di Gucci. La casa di moda fiorentina, passata di mano ormai da più di dieci anni al gruppo Kering, ha annunciato la sua nomina a capo dei progetti sulla diversità, l’equità e l’inclusione a livello globale.
L’ultima tessera di un puzzle che ha visto Gucci impegnarsi in un vero e proprio piano di azione per promuovere la diversità. È da almeno tre decenni che nelle aziende si parla di «Diversity management» ma è solo di recente che le multinazionali hanno cominciato a introdurre figure manageriali ad hoc. Oltre a Gucci, L’Oréal, Accenture e Barilla che da cinque anni può contare su un «Diversity & Inclusion Board».
In finanza si sono persino diffusi gli investimenti «gender-lens» e si moltiplicano di anno in anno le classifiche dei gruppi più inclusivi. L’impegno preso da Marco Bizzarri e Alessandro Michele (rispettivamente amministratore delegato e direttore creativo Gucci) va nella stessa direzione. Ma i due, che in appena cinque anni sono riusciti a rivoluzionare il marchio e a portarlo a vendite che nel primo semestre del 2019 hanno superato quelle dell’intero 2016, hanno fatto della diversità una cifra stilistica. Che ora si sposta sul lato manageriale.
«Dal 2015, Alessandro e io — ha spiegato Bizzarri — cerchiamo di porre una cultura basata sulla libertà di espressione e inclusione al centro delle nostre azioni. Credo fermamente che la diversità promuova la creatività. Tutto ciò che abbiamo realizzato è stato sostenuto proprio da questi valori».
Il brand ha infatti lanciato un programma di quattro iniziative: l’assunzione di nuovi direttori globali e regionali per promuovere diversità e inclusione; l’istituzione di borse di studio per studenti di moda di tutto il mondo; un programma di sensibilizzazione alla diversità e all’inclusione e un programma di scambio globale. Renée E. Tirado è stata scelta dopo un processo di selezione che ha vagliato circa 250 candidature.
Ma l’aspetto più interessante (e coerente con la scelta del ruolo) è che la sua storia, il suo profilo e le sue esperienze non hanno nulla a che vedere con il mondo patinato della moda. Anzi, Tirado è abituata a ben altri ambienti, tipo gli spogliatoi americani della Major League Baseball, comunemente nota come MLB, lega professionistica di baseball nordamericana dove ha ricoperto il ruolo di Chief Diversity & Inclusion Officer piazzando persone di colore e candidati LGBTQ in posizioni operative in diverse divisioni.
Per Gucci sarà basata a New York, riporterà direttamente a Bizzarri e farà parte anche del Gucci Changemakers Council, un collettivo esterno di leader di comunità ed esperti di cambiamento sociale impegnati per la promozione della diversità a cui è stata chiamata a partecipare anche la top model Naomi Campbell. «Lavorare per garantire il rispetto della diversità e l’inclusione è importante in tutto ciò che facciamo — ha spiegato Tirado —. È imprescindibile ed è dove siamo oggi». E anche, come direbbe sua madre, dove saremo domani: «Pa’lante»!