Miuccia tradusse l’intrigo senza radici dei viaggiatori alla deriva, in una collezione che aveva due facce, la notte quotidiana e quella misteriosa

 

Miuccia Prada ha avuto una significativa selezione inter-generazionale di attrici nella collezione da crociera che ha mostrato per Miu Miu sabato, da Uma Thurman e Gwendoline Christie a Rowan Blanchard e Sadie Sink. Poi c’erano le modelle – attrici trasformate, Naomi Campbell, Jamie King, Audrey Marnay. La loro presenza ha chiarito che la presentazione è stata una performance. Come è stato per le altre case di moda che hanno fatto un palaver di crociera, tutto distillato per esperienza! Miumiu puntava a qualcosa di coinvolgente.

L’ambientazione era l’Hotel Regina, un gioiello dell’Art Nouveau adiacente al Louvre. La storia era essenzialmente tutto ciò che succede negli hotel. Tarde notti, lunghi corridoi, lussuria liberata da casa e dal focolare. Torna al video per “Justify My Love” di Madonna. O ancora “Lost in Translation”, con Bill Murray che canta “More than This” in una nebbia karaoke lag-lag (entrambe le tracce erano sulla colonna sonora di “musica d’albergo” di Frederic Sanchez).

Miuccia ha tradotto l’intrigo senza radici dei viaggiatori alla deriva, il modo in cui le persone sono spesso in hotel, in una collezione che ha due volti, il quotidiano, la notte misteriosa. Day indossava pantaloncini corti sportivi e cardigan a maniche lunghe, ma anche un elemento denim lavato con acido galumfico che era abbastanza sconcertante da farti chiedersi se la sua presenza fosse puramente per enfatizzare l’aspetto adulthood del resto della collezione, dove colonne di duchesse satin e strisce di lamé a fantasia leopardo. Gran parte di essa era ornata di penne o generosamente cosparsa di cristalli, evocava le visioni hollywoodiane di stelle che sedevano seducenti in boudoir o si affollavano nei corridoi per le assegnazioni in altre stanze. Uno spettatore rapito è stato attratto dal confronto con la “Juliet of the Spirits” di Fellini e la sua sensualità rococò.

Al tempo stesso però  Miuccia non poteva trattenersi. Doveva tagliare l’ovvio. Quindi c’erano degli jacquard ingenui – gattine e fiori – e jeans avvolti in un peignoir trasparente che iniettava un elemento aspro / dolce, e una risacca ossessiva di “Rosemary’s Baby” in una modella con il taglio pixie di Mia Farrow da quel film. (O forse era la presenza di Roman Polanski nel pubblico a scatenare quell’associazione.) Miuccia sentiva che la dualità era intrinseca. “Nella mia vita, mi piace giocare con il doppio lato”, ha ammesso. Se, nell’anonimato provocatorio di un enorme vecchio hotel, almeno un aspetto della sua doppia personalità ha assunto una vita tutta sua, c’era anche l’altro lato della sua personalità per porre domande critiche come di cosa si tratta? e ci stiamo davvero divertendo?