Nuovi universi della moda si espandono con la spinta del virtuale: dalla cyber produzione alla digital customer experience.

Se la moda diventa un’esperienza digitale 

In un altro articolo abbiamo parlato del rapporto ormai sempre più di co-dipendenza tra mondo della moda e il Metaverso nascente. Approfondiamo ora l’argomento parlando dalle nuove opportunità, per le aziende della moda e per i loro clienti, del fashion digitale creato dall’intelligenza artificiale. Consulenza, previsione, sostenibilità e customizzazione dell’esperienza, sono queste le sfide-opportunità che i nuovi sistemi di intelligenza artificiale (a.i.) offrono all’alta moda. Andiamo con ordine. Ogni giorno i potenziali consumatori immettono sulla rete, attraverso action più o meno consapevoli, un quantitativo enorme di dati personali. Attraverso algoritmi questi dati possono essere utilizzati da un lato nella creazione di un’assistenza digitale smart per consigliare abiti in base a caratteristiche e gusti personali (Echo Look di Amazon già testata nel 2017 è stato il primo style assistant) dall’altro sistemi spefici di a.i. possono essere utilizzati per elaborare i dati illimitati presenti in rete (precedenti acquisti, comportamenti sui social media, tendenze politiche, sociali e ambientali, variabili demografiche ed economiche) per anticipare preventivamente i nuovi trend orientando così la produzione: è il predictive fashion quando la creatività e la scienza incontrano. Un incontro che garantisce non solo un vantaggio competitivo sul mercato ma anche un circuito virtuoso nell’ambito della sostenibilità. Creazione e produzione guidati da sistemi di a.i. potrebbero ridurre drasticamente gli sprechi aiutando a ridurre l’inquinamento dell’industria della moda. Infine il cambiamento radicale, già iniziato, sta nella personalizzazione virtuale dell’esperienza stessa della moda da parte del consumatore. Un’esperienza pressoché illimitata che trascende i limiti della fisicità: la parola chiave è phygital. 

Sostenibilità e cyber couture 

Molti sono i top brand, di cui abbiamo già parlato, impegnati nella digitalizzazione della moda nel nuovo Metaverso. Oggi parliamo nello specifico della rigenerazione sostenibile di Burberry e della e cyber couture di Tribute Band. La quinta collezione firmata Riccardo Tisci per Burberry è stata presentata in un grande show supportato dalla visual artist Anne Imhof a porte chiuse, per le diposizioni pandemiche, e trasmesso in esclusiva in streaming sulla piattaforma Twitch celebrando lo stretto legame, scaturito anche dalle necessità, tra passerelle e le nuove esigenze digitali. La rigenerazione come espressione della natura che si ricrea costantemente e ispirata al fresco dinamismo della giovinezza è il tema chiave di questa nuova collezione dal nome In Bloom che guarda direttamente alle tematiche della sostenibilità ambientale raccontando anche un nuovo ambizioso obiettivo sostenibile del brande: essere climate positive entro il 2040. Per la generazione Z pronta a trasferire liberamente la loro identità nel virtuale la startup croata Tribute Brand ha pensato direttamente a puntare su abiti cyber. Sfruttando due sistemi, CGI e TMCS (computer-generated imagery, taylor made cyber services) fornisce la possibilità di ordinare e realizzare outfit virtuali da sfoggiare poi nel mondo social stupendo i propri follower. Il nuovo universo del fashion digitale creato dall’intelligenza artificiale è pronto a sfidare i creativi dell’alta moda e gli aspiranti fashion influencer.