E` passato dalla videoarte alla moda, da Malibu a un non luogo e a un codice in cui convivono piu` influenze. M1992 di Dorian Stefano Tarantini, dj e designer, nasce come rebranding di Malibu1992. Assieme al disegno, la musica e` stata la sua prima passione, anche grazie alla collezione di vinili del padre.

Da li` il passo verso i videoclip e, poi, la moda e` stato breve. Il primo lavoro, nel 2014, metteva in scena, in 23 minuti di video, le immagini di 200 anni di decadenza occidentale.

«Quello verso il nuovo brand era un cambiamento necessario, perche´ quello che voglio esprimere oggi va oltre il legame iniziale del marchio con la California», ha spiegato Tarantini. Ora il designer trae ispirazioni dalla storia del pret-a-porter italiano degli anni 80, e da alcuni marchi che sembrano ormai appartenere al passato come College o El Charro, Basile e Genny.

La sua prima sfilata a Pitti immagine uomo numero 93 ha portato in scena una ventata di nostalgia per un decennio esuberante, riletto pero` dagli occhi di uno stilista legato al mondo della streetart.

Ecco me si è raccontato lui stesso in una recente intervista

 

Come e` andato il debutto di M1992?

Il mio e` un marchio emergente e, nonostante cio`, a Firenze e` stato trattato come un nome consolidato. Questo e` stato per me molto importante, un’esperienza di rilievo.

Cosa e` cambiato dopo?
Da quel momento ho riscontrato un interesse piu` vasto per il mio marchio. Dagli 8-10 concept store su cui potevo contare, siamo arrivati oggi a 50 circa, e sono tutti top. Da Club 21 a Singapore a Corso Como Shanghai, American rag Los Angeles e poi, in Italia Stefania Mode Trapani e Antonia, ma anche Yoox, Zalando, Farfetch. Sono presente anche all’interno di Tomorrow showroom, realta` parigina che tratta marchi molto interessanti, soprattutto orientali. In Oriente il suo brand e` molto apprezzato.

Ma a lei dove piacerebbe vivere?

Sto molto bene a Milano.

Cosa immagina per il futuro?

Finora ho realizzato una collezione maschile, con una capsule femminile di 10 pezzi che partivano dagli stessi materiali e tessuti, quindi il denim ma anche quelli tipicamente sartoriali, e una simile attitude, ovvero la riscoperta. Sono partito da un’indagine approfondita sul tailleur, capo simbolo di un tempo in cui erano ambientati film come Una donna in carriera, per esempio. Ho intenzione di potenziare questa parte femminile e di continuare trasferire materiali casual nell’haute couture.

Che significato ha la riscoperta di brand storici?

A Londra, dove c’e` un tessuto creativo molto simile al mio, e` in atto un vero e proprio spolvero della moda italiana anni 80 e 90, soprattutto negli ambienti del collezionismo di nicchia. Il sito di e-commerce Too hot limited, per esempio, e` nato dalla passione dell’ideatore, il regista Ollie Evans, per il vintage italiano. Il progetto e` piaciuto tanto da approdare anche da Harvey Nichols. Quella di oggi e` una moda che guarda al passato ma e` destinata a un pubblico gio- vane, ricercato, underground. Questo connubio di amarcord e freschezza mi affascina.

Dove si vede tra cinque anni?

Libero di continuare a esprimermi e comunicare.

Qual e` il suo artista preferito?

Giorgione.

La musica che ascolta piu` volentieri?

Il compositore John Metcalfe.

C’e` uno stilista contemporaneo con il quale avrebbe piacere a collaborare?

Non solo uno, bensi` due, entrambi punti di riferimento della moda nel mondo: Donatella Versace e Ralph Lauren.