“Penso che le scarpe, in particolare quella con i tacchi alti, siano sempre state femministe”

Il mondo ai suoi piedi 

Ormai famosissima, la shoe designer giordano-rumena Amina Muaddi stagione dopo stagione ha conquistato con il suo brand la vetta del monte olimpo della moda, rappresentando con le sue creazioni, uno dei must have da avere necessariamente nel guardaroba. Le sue desideratissime scarpe sono state indossate da regine e da star di Hollywood e oltre (A$AP Rocky e Rihanna, Kendall Jenner, Kim Kardashian, Ilary Blasi) e stanno facendo il giro del mondo. Le sue creazioni sono ormai al centro del mondo dell’alta moda e del mondo del luxury. Con il suo marchio omonimo ha saputo ricercare e trovare un interessante punto di equilibrio tra artigianato e qualità impeccabile, lusso e glamour, confezionando modelli versatili, comodi e che si dimostrano già capaci di sfidare la mutevolezza delle tendenza. Sono passati solo quattro anni dal lancio del suo marchio ma questo non ha impedito ad Amina Muaddi di essere stata nominata imprenditrice dell’anno da GQ Middle East nel 2021. Ma la sua carriera e il suo successo per quanto veloci non sono stati assolutamente una strada facile da percorrere. “Da bambina non avevo accesso a nulla che avesse a che fare con la moda…la mia infanzia è stata trascorsa tra la Giordania e la Romania post-comunista…Non venivo da una famiglia ricca e lì non c’erano riviste di moda, quindi le mie uniche icone di stile erano mia madre e mia nonna, che avevano buon gusto e ci tenevano a vestirsi bene…all’età di sei anni ho iniziato a trascorrere le estati in Italia presso una zia, ed è così che mi si è aperto un mondo…Ho cominciato a provare un forte interesse per la moda e per le boutique dove potevi trovare le creazioni dei migliori stilisti. È stato in quel periodo che, d’un tratto, sono entrata in contatto con una visione estetica completamente nuova”. Ha frequentato così il liceo in Italia e per un periodo l’Istituto Europeo di Design; successivamente è diventata fashion assistant a L’Uomo Vogue e poi a GQ USA, a New York. “Mi ripetevo sempre che alla fine avrei fondato un mio marchio, ma avevo questa sorta di idea preconcetta secondo cui, non avendo ancora iniziato a disegnare ed essendo priva di una preparazione tecnica, non avrei mai potuto fare la fashion  designer, il che, in realtà, non era vero. Così ho finito per tornare in Italia…e ho imparato l’arte della calzoleria lavorando accanto a maestri e artigiani…È stato difficile e impegnativo, ma mi è piaciuto», ricorda. «Ho commesso molti errori, ma ho imparato altrettante lezioni”. Muaddi, in quanto donna e giordano-rumena ha dovuto affrontare molte difficoltà, ed è per questo che il tema dell’inclusività è per la designer un’ideologia fondamentale: “Non dovrebbe nemmeno essere un concetto, ma una semplice realtà di fatto», dice. «Essere davvero inclusivi significa anche non pensare a se stessi come tali. Non si tratta semplicemente di assumere un certo tipo di persona, non è una tendenza. Ho l’impressione che i brand ne abbiano fatto una strategia, e questo mi preoccupa. Dovrebbe essere un comportamento naturale, un modo di essere. Spero solo che i segnali positivi cui stiamo assistendo siano l’inizio di qualcosa di più autentico, di più reale”. La sua è una linea di moda in espansione che ora include anche micro borse e gioielli, un vero e proprio universo Amina Muaddi, ma la designer 34enne ha ancora molti sogni da voler realizzare Amina Muaddi dice “Ovviamente no! Dobbiamo sognare finché viviamo e respiriamo” e come lei il suo brand fa sognare le donne con le scarpe e i gioielli che disegna. Con la prossima collezione siamo sicuro che sogneremo ancora più del solito. Scopri Amina Muaddi su Michele Franzese Moda.