“Posso rinunciare a tutto ma non ai tacchi alti”. Quante volte, decine, centinaia di volte, abbiamo sentito pronunciare questa frase? E’ noto che per molte donne portare i tacchi rappresenti un modo di prendersi cura di sé stesse. Fra coloro che riescono al meglio ad incarnare lo spirito terapeutico che si racchiude in un decoltè c’è sicuramente la stilista amata dalle star, Amina Muaddi, che con il suo brand lanciato quattro anni fa ha collaborato con numerosi personaggi di grande calibro, come ad esempio Rihanna.

La storia

Un successo, quello di Amina Muaddi, guidato dalla madre e dalla nonna, grandi icone di stile per una giovane ragazza che ricorda la sua infanzia tra la Giordania e la Romania. La tenacia e la voglia di sognare hanno portato negli anni Amina Muaddi a fondare il suo brand con una linea di moda in forte crescita che ad oggi include borse e gioielli, in maniera da costruire l’universo inclusivo pronto a lanciare un messaggio di speranza e di positività.

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Tacchi e contagiosa energia

Ecco che quindi tra brillanti percorsi lavorativi e la voglia di raccontare una moda autentica, il tacco di Amina ci trascina in una felice e contagiosa energia. Le sue scarpe sono dedicate alle donne moderne che hanno senso dello stile glamour e contemporaneo, disegnate a Parigi ma realizzate in Italia, incarnano perfettamente il lusso di altissima qualità, nuovo, fresco e sensuale.

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Qualità ed estetica moderna

La designer ha fatto della qualità e dell’estetica moderna i principi del suo brand. Trasferitasi a Parigi, ha fondato il suo brand grazie anche al supporto di Alexandre Vauthier e alla più importante manifattura italiana.  Nella scorsa collezione estiva Amina Muaddi ha anche sperimentato le zeppe, basandosi sugli stivali con zeppa della collezione del precedente autunno, rendendo disponibili audaci motivi verdi che ricordano le bucce dei cocomeri. Nel mix anche spruzzi di stampa animalier e piattaforme metalliche, tutto luminoso e scintillante ciò di cui gli amanti delle scarpe hanno bisogno dopo quasi due anni di blocco e un paio di pantofole di troppo, non appena l’emergenza pandemia sarà superata.

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