Welcome to the era of “inclusive fashion”. Christian Dior presented his latest cruise collection in Marrakech on Monday evening: inspired by Africa, the line was mostly made on site and many garments featured works by African talents

Many fashion houses had already taken inspiration from the African continent, from Monsieur Dior himself to his successor, Yves Saint Laurent. But never in the history of high fashion a European brand of this magnitude had celebrated African creativity in a similar way.

The main raw material seen in the collection was printed cotton wax , or waxed, created by the famous manufacturer Uniwax, which is based in Ivory Coast. But instead of the traditional African motifs, this meeting brought Dior’s iconic Toile de Jouy and tarot cards to mix with tropical plants and flowers and a safari among large African animals. Thus, on these extraordinary prints there appeared majestic lions, gigantic floating butterflies, pink flamingos, orangutans that seemed perplexed and huge tigers hunting for their prey, all poking through banana leaves, palms or other exotic plants.

In a wonderful coat with drooping shoulders from evening to work, you could admire a modern Venus, stripped naked by an eagle that tore the dress with its claws.

“Marrakech has always attracted artists and the beauty, from Lisa Fonssagrives and Talitha Getty, to Cecil Beaton and Irving Penn. I wanted to capture this magic by working with African artists, stylists and artisans ”, explained Dior’s creative director, Maria Grazia Chiuri.

Cruise Collection 2020 – Christian Dior


The Italian designer has also collaborated with Sumano (an association dedicated to protecting the know-how of the Anti-Atlas region) for a coat in the collection, an exclusive garment, woven and hand-painted according to a tradition handed down from mother to daughter. Even the sessions of the show were dyed with Sumano henna. “In deliberately multiplying artistic and historical collaborations and inspirations, from Marrakech to Abidjan, this collection follows only one path, that of plurality, in the name of freedom and respect for all cultures”, said Pietro Beccari, CEO of Dior. The cruise collection 2020 also highlights the work of various famous designers in Africa, such as Pathé’O, famous for t-shirts with the image of Nelson Mandela, or others whose work is greatly influenced by the African imagination, such as Grace Wales Bonner. Both were invited to reinterpret the most emblematic work of Christian Dior: the New Look. Grace Wales Bonner then proposed a “Bar” suit worn with a colored knit skirt. The same fabric used as a finish on the cuffs of the jacket. With another sign of sharing, Dior wanted to highlight the work of Yves Saint Laurent, who arrived at Dior in 1955, grew up in the company to become the direct assistant of Monsieur, and then was named his successor after the sudden death of Dior. Saint Laurent designed six collections for Dior, and ten garments from those lines were displayed at the welcome dinner inside the labyrinthine Bahia Palace. La stilista italiana ha anche collaborato con Sumano (un’associazione dedicata alla protezione del know-how della regione dell’Anti Atlante) per un cappotto della collezione, un capo esclusivo, tessuto e dipinto a mano secondo una tradizione tramandata di madre in figlia. Anche le sedute della sfilata erano tinte con l’henné da Sumano.

“Nel moltiplicare deliberatamente le collaborazioni e le ispirazioni artistiche, sia geografiche sia storiche, da Marrakech ad Abidjan, questa collezione segue una sola via, quella della pluralità, in nome della libertà e del rispetto per tutte le culture”, ha detto Pietro Beccari, CEO di Dior.

La cruise collection 2020 mette in luce anche il lavoro di vari stilisti famosi in Africa, come Pathé’O, famoso per le magliette con l’immagine di Nelson Mandela, o altri il cui lavoro è notevolmente influenzato dall’immaginario africano, come Grace Wales Bonner. Entrambi sono stati invitati a reinterpretare l’opera più emblematica di Christian Dior: il New Look. Grace Wales Bonner ha quindi proposto un tailleur “Bar” indossato con una gonna di maglia colorata. Lo stesso tessuto utilizzato come finitura sui polsi della giacca.

Con un altro segnale di condivisione, Dior ha voluto mettere in risalto il lavoro di Yves Saint Laurent, che approdò da Dior nel 1955, crebbe in azienda fino a diventare l’assistente diretto di Monsieur, e poi fu nominato suo successore dopo l’improvvisa morte di Dior. Saint Laurent disegnò sei collezioni per Dior, e dieci capi provenienti da quelle linee sono stati esposti alla cena di benvenuto dentro al labirintico Bahia Palace.

Cruise Collection 2020 – Christian Dior

Maria Grazia Chiuri lancerà sicuramente una tendenza coi suoi motivi wax, allo stesso tempo impressionanti ed esotici. Secondo la tradizione di questa tecnica di stampa ancestrale, ogni produttore scrive il nome del prodotto e il numero di registrazione sul motivo, stampato sulla cimosa. L’uso è stato rispettato su molti abiti della sfilata.

Lunedì mattina, prima dello show, la designer italiana ha persino trovato il tempo di visitare Villa Oasis, la residenza di Yves Saint Laurent e di Pierre Bergé a Marrakech, tenendo compagnia a giornalisti e buyer in un giro del delizioso giardino, costellato di stagni fioriti, innumerevoli cactus giganti, vasi di fiordalisi color blu Klein, e attraversato da viali delimitati da palme giganti punteggiate di bouganville, con in sottofondo i canti degli uccellini.

All’interno, dove era vietato scattare fotografie, c’erano porte moresche, dipinti ad olio di artisti locali, una scelta eclettica per i tessuti degli arredi e i soffitti dipinti. In quel momento si realizzava quanto la tavolozza dei colori delle collezioni di Yves Saint Laurent fosse stata influenzata dal Marocco.

Allo stesso modo, il Marocco s’infiltrava in una gran parte degli outfit proposti da Maria Grazia Chiuri, che camminava nel giardino con la testa coperta da una bandana indossata come un pirata.

Per la sera, la stilista ha disegnato sensazionali lunghi abiti bianchi, i cui motivi a reticoli riecheggiavano l’architettura moresca della città. Ma per il giorno, la donna Dior ritorna al tradizionale blu indaco dei motivi stampati wax, proposto su superbe tuniche, ponchos e trench.

Dopo lo show, il direttore artistico riservava ancora un regalo a sorpresa agli 800 ospiti: Diana Ross ha tenuto un mini-concerto di sette canzoni: “Ain’t no mountain high enough!”.

In poche parole: un vero trionfo fashion per Dior e Maria Grazia Chiuri. Mentre l’uomo più potente del mondo pensa solo a costruire un gigantesco muro per proteggere il suo confine, la cruise collection di Dior è risuonata come una vera e propria dichiarazione di apertura alle altre culture.